Come si è evoluta la professione del meccanico

Come si è evoluta la professione del meccanico

Fare il meccanico, un mestiere trasformato dall’elettronica

Al meccanico moderno è richiesto di agire con la precisione di un chirurgo, in un ambiente non asettico come una sala operatoria, ma sicuramente pulito. Ciò non significa che per avere accesso all’attività sia necessario ottenere una laurea, ma serve comunque un diploma rilasciato dopo avere frequentato una scuola professionale per “meccanico riparatore di veicoli a motore”. Vi si accede al termine della terza media, attraverso istituti statali o privati, che assicurano corsi diurni o serali. In Italia sono disponibili inoltre anche percorsi più specialistici, come la Motorsport Technical School(MTS), la prima scuola italiana per la formazione di tecnici delle competizioni a due e quattro ruote.
Gli studi di base da soli non bastano, perché l’evoluzione procede a ritmi sostenuti, quindi anche dopo avere ottenuto una certificazione, il professionista deve seguire periodicamente corsi di aggiornamento che possono essere generici oppure curati direttamente dai costruttori di veicoli, dedicati a tecnologie o a modelli specifici. Se un tempo era sufficiente un buon intuito per arrivare a identificare il guasto dall’analisi dei sintomi, oggi molti degli inconvenienti derivano da avarie elettroniche. Ecco perché, entro gennaio 2018, gli operatori di questo comparto dovranno adeguarsi alla legge 224/2012 Modifica alla disciplina dell’attività di autoriparazione”. Non esisterà più il meccanico, ma il meccatronico: le professioni di meccanico ed elettrauto infatti si completeranno in un unico professionista.

Aprire un’officina: iter burocratico, costi, dotazioni

Per aprire un’officina indipendente, ci sono numerosi adempimenti burocratici da ottemperare. Riassumiamoli:
  • è opportuno segnalare al Comune l’inizio attività avendo regolato le posizioni INPS e INAIL;
  • il vostro locale dovrà aver superato la valutazione dell’impatto acustico e delle emissioni nell’atmosfera;
  • andranno verificate e rispettate tutte le norme su sicurezza, agibilità e igiene.


Sono le Regioni ad avere precisi regolamenti in merito
 ed è a loro che conviene rivolgersi per informazioni più dettagliate.

Ma quanto costa, indicativamente, aprire un’officina oggi? Tutto dipende dalle dimensioni e dalla quantità di servizi offerti, ma alcuni investimenti sono indispensabili in ogni caso. Servono almeno € 100.000 di investimento iniziale per un’officina mediamente attrezzata, con due postazioni di lavoro a ponte sollevatore e una postazione per la verniciatura della carrozzeria, cui si aggiungono i costi per il personale sia tecnico che di contabilità. Essenziali sono gli strumenti di diagnosi perché oltre alle operazioni di routine (come la sostituzione delle pastiglie freno o degli ammortizzatori), al meccatronico vengono richiesti interventi su guasti delle componenti elettroniche.

Fidelizzare il cliente con servizi aggiuntivi

Un locale pulito e attrezzato è la base per svolgere al meglio il lavoro, ma non basta: è fondamentale selezionare con cura il tipo di servizi fruibili. Meglio prevedere allora un budget aggiuntivo per ampliare l’offerta. Di norma maggior è il numero di prestazioni, più alte sono le possibilità di fidelizzare il cliente, soprattutto quando si tratta di intervenire dopo un incidente. Certamente il nostro acquirente preferirebbe risolvere tutti i problemi presso un unico professionista, piuttosto che doversi rivolgere ai singoli specialisti. Se disporre di officina e carrozzeria rendono la nostra proposta più completa, un carro attrezzi personale e l’auto di cortesia sono plus che fanno la differenza. Se poi aggiungiamo anche montaggio e stoccaggio di pneumatici e servizio di revisione, ci presentiamo sul mercato in modo davvero competitivo.

Il meccanico indipendente

Rispetto alle officine ufficiali delle case automobilistiche, un meccanico indipendente ha la possibilità di risultare concorrenziale, offrendo una tariffa oraria spesso più conveniente. Si può anche risultare competitivi in operazioni più semplici, come i tagliandi periodici che, al contrario di quanto si possa pensare, possono essere effettuati da officine indipendenti (secondo quanto previsto dall’Unione Europea) senza che decada la garanzia, a patto di certificare che gli interventi effettuati siano conformi alle prescrizioni del costruttore.

Ma costi vantaggiosi non sono sufficienti:  è fondamentale dimostrare la massima onestà. Non è quindi il caso di drammatizzare sulla gravità di un guasto semplicemente per assicurarsi la possibilità di cambiare un numero di pezzi superiore a quelli necessari, anche perché molti automobilisti, quando devono affrontare lavori significativi, chiedono più di un preventivo. Sono poi fondamentali due punti: non montare ricambi senza l’autorizzazione del proprietario dell’auto e spiegare in modo semplice l’intervento e le possibilità di risoluzione, mostrando i pezzi danneggiati e la confezione originale di quelli nuovi.

Comunicare e tutelarsi

Con le evoluzioni del mondo online oggi, disporre di una pagina social dedicata e aggiornata periodicamente può risultare utile; come del resto ottenere “feedback” positivi da clienti soddisfatti rappresenta la migliore pubblicità possibile. E per fare rete, non virtuale ma tra colleghi, una strada è quella di rivolgersi alle varie associazioni di categoria, affiliate alla Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa con organizzazioni locali e nazionali.

Non vanno sottovalutati i rischi del mestiere, dalla responsabilità civile nei confronti dei clienti che si potrebbero ferire con utensili o urtando un veicolo, ai danni accidentali che si potrebbero causare alla carrozzeria del veicolo durante una riparazione, e il furto, totale o parziale, di un mezzo affidato per la riparazione. Ecco perché è meglio dotarsi di una polizza assicurativa che ci permetta di lavorare in piena sicurezza.

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